sabato 7 gennaio 2012

L'ANOMALIA CHE HA PORTATO ALLA FORMAZIONE DELLA CASTA

.. E' L'ATTUALE FORMA GIURIDICA DEI PARTITI !
E' ORA DI PORVI RIMEDIO!
pubblicata da Silvio AdDio

sabato 19 novembre 2011 alle ore 13.38.

I partiti politici ed i sindacati sono delle associazioni di persone dalle quali dipende la vita democratica del paese ed ai quali la Costituzione stessa ha demandato il compito di dirigere la politica nazionale.
Logica vorrebbe che chi ha il compito di far funzionare democraticamente una nazione sia la più alta espressione di democrazia al suo interno e tale era anche l'intento dell'Assemblea Costituente che ha steso la nostra Costituzione.
Purtroppo la ricerca di una mediazione tra le diverse ideologie politiche ha portato ad una formulazione un po' infelice degli articoli che regolano la materia tanto da permettere ai partiti di eluderla di fatto.

Vediamo di fare un po' di chiarezza sulla questione:
nel nostro sistema legislativo i partiti politici ed i sindacati rivestono una forma molto particolare :
hanno lo status di ASSOCIAZIONI NON RICONOSCIUTE.
La loro disciplina è presente negli art 36 ,37 e 38 del Codice Civile ed è alquanto scarna e ciò lascia l'assurda possibilità che queste organizzazioni che si occupano della vita democratica del paese NON SIANO AL LORO INTERNO STRUTTURATE DEMOCRATICAMENTE!!!

Ma LA COSTITUZIONE dice BEN ALTRO!
Procediamo con ordine:
l'articolo base in materia può essere considerato l'art 18 Cost.
I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente,senza autorizzazione,per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale. Sono proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono,anche indirettamente,scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare.
Non può di certo essere trascurato l'art 21 Cost. che come principio generale investe sia i singoli che le associazioni:
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e con ogni altro mezzo di diffusione.
Se la Costituzione fosse terminata qui la forma attuale di sindacati e partiti sarebbe perfettamente idonea, purtroppo (per loro) ci sono questi due seguenti articoli!


Art 39 Cost.

L'organizzazione sindacale è libera.AI SINDACATI NON PUO' ESSERE IMPOSTO ALTRO OBBLIGO SE NON LA LORO REGISTRAZIONE presso uffici locali o centrali,secondo le norme di legge.
E' CONDIZIONE PER LA REGISTRAZIONE CHE GLI STATUTI DEI SINDACATI SANCISCANO UN ORDINAMENTO INTERNO A BASE DEMOCRATICA!
I SINDACATI REGISTRATI HANNO PERSONALITA' GIURIDICA.
Possono rappresentati unitariamente in proporzione dei loro iscritti,stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce!



Art 49 Cost.
Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere CON METODO DEMOCRATICO a determinare la politica nazionale.
Quindi la Costituzione ha previsto delle FORME PARTICOLARI per i sindacati e partiti politici!
Con i SINDACATI è di una chiarezza estrema :
E' PREVISTA LA LORO REGISTRAZIONE IN UNA FORMA CHE PREVEDE L'ACQUISTO DELLA PERSONALITA' GIURIDICA!
DEVONO DOTARSI DI UNO STATUTO CON UN ORDINAMENTO INTERNO A BASE DEMOCRATICA.
Con i Partiti è stata meno esplicita ma il riferimento al METODO DEMOCRATICO non può essere interpretato se non in riferimento all'antecedente art 39 (purtroppo i nostri padri costituenti venendo da un ventennio complicato e da una guerra anche civile pesavano e misuravano le parole)!

Vediamo quindi di capire queste regole che la Costituzione ha previsto:
Innanzitutto LA REGISTRAZIONE E L'ACQUISTO DELLA PERSONALITA' GIURIDICA non sono altro che atti formali per “costringerli” ad adottare uno STATUTO ED UN METODO DEMOCRATICO AL LORO INTERNO!

LO STATUTO sarebbe in questo modo pubblico e dovrebbe indicare tutte le regole a cui il partito sottostà:
si dovrebbero indicare i fini del partito,il suo modello sociale di riferimento,LE REGOLE A CUI CI SI DEVE ATTENERE E LE CARATTERISTICHE PER POTERSI ISCRIVERE E CANDIDARE, QUANTE VOLTE CI SI PUO' CANDIDARE (se un partito avesse nello statuto la norma che non si possono candidare inquisiti e condannati qualsiasi iscritto si potrebbe opporre ad una candidatura di un soggetto con tali requisiti anche ricorrendo alla magistratura) ecc ecc !
MA IL PUNTO FONDAMENTALE E' CHE LA COSTITUZIONE VUOLE CHE A DECIDERE LA LINEA DI PARTITI E SINDACATI SIA LA BASE E NON IL VERTICE e che questo altro non è che l'applicazione dell'ARTICOLO 1 della stessa che recita ...LA SOVRANITA' APPARTIENE AL POPOLO CHE LA ESERCITA NEI LIMITI E NELLE FORME DELLA COSTITUZIONE, che altro non vuol dire che LA COSTITUZIONE FISSA LE REGOLE DEL GIOCO E LA PARTITA LA GIOCA IL POPOLO!

Quindi la Costituzione prevede espressamente LA DEMOCRAZIA DIRETTA IN PARTITI E SINDACATI ,ossia una forma di PRIMARIE al loro interno riservata chiaramente ai loro iscritti!
Questo sistema permette di rispettare la democrazia a prescindere dalla legge elettorale!
Anche con l'attuale legge elettorale (il porcellum della lega) sarebbe rispettata la democrazia in quanto alle elezioni arriverebbero sempre candidati scelti dalla base dal partito e non nominati dai vertici!
NON E' DIFFICILE COMPRENDERE QUINDI PERCHE' I VERTICI DI PARTITI E SINDACATI SI SIANO DIMENTICATI DI CHIEDERE LA REGISTRAZIONE (vogliono chiaramente detenere loro il potere decisionale)!
L'obiezione fondamentale che i partiti e i sindacati hanno sempre rivolto ai sostenitori del riconoscimento è stata quella della mancanza di un registro pubblico dove poter effettuare di fatto la registrazione;
Ma la situazione è cambiata completamente con il DPR 10-2-2000 n 361 che ha introdotto (finalmente) un REGOLAMENTO con le NORME PER IL RICONOSCIMENTO DELLA PERSONALITA' GIURIDICA per le associazioni e le fondazioni !
Ecco cosa recita l'art 1:
Art. 1.Procedimento per l'acquisto della personalita' giuridica1. Salvo quanto previsto dagli articoli 7 e 9, le associazioni, le fondazioni e le altre istituzioni di carattere privato acquistano la personalita' giuridica mediante il riconoscimento determinato dall'iscrizione nel registro delle persone giuridiche, istituito presso le prefetture.2. La domanda per il riconoscimento di una persona giuridica, sottoscritta dal fondatore ovvero da coloro ai quali e' conferita la rappresentanza dell'ente, e' presentata alla prefettura nella cui provincia e' stabilita la sede dell'ente. Alla domanda i richiedenti allegano copia autentica dell'atto costitutivo e dello statuto. La prefettura rilascia una ricevuta che attesta la data di presentazione della domanda....


QUINDI BASTA CHE UN RAPPRESENTANTE DI UN PARTITO O SINDACATO SI RECHI FISICAMENTE NELLA PREFETTURA DELLA PROVINCIA DELLA SEDE DELLA ASSOCIAZIONE PORTANDO LA DOCUMENTAZIONE NECESSARIA PER OTTENERE IL RICONOSCIMENTO.
Niente di più facile,non sono necessarie ne nuove leggi ne complicate modifiche costituzionali o referendum!

Basta che un singolo partito o sindacato prenda l'iniziativa per costringere di fatto tutti gli altri a seguirlo perchè si troverebbe nell'invidiabile posizione di potersi presentare al cittadino come l'unico partito democratico!

Chiaramente questa soluzione non è certo auspicata dai dIRIGENTI degli attuali partiti che vedrebbero enormemente ridotto il loro potere in quanto continuamente sottoposti al vaglio democratico delle basi in questa nuova forma di DEMOCRAZIA DIRETTA!
IN CONCLUSIONE NON ESISTE PIU' NESSUN MOTIVO VALIDO PER CUI PARTITI E SINDACATI NON DEBBANO CHIEDERE IL RICONOSCIMENTO E CIO' DIMOSTRA LA LORO ATTUALE MALA FEDE E DESIDERIO DI CONTINUARE A GESTIRE IL POTERE VERTICISTICAMENTE!.
Quello che VI propongo con questo post è di CREARE UN MOVIMENTO DI OPINIONE che lotti per L'ATTUAZIONE DI QUESTA PARTE DELLA COSTITUZIONE,ossia che renda di PUBBLICO DOMINIO questo argomento certamente un po' tecnico ,ma che, se attuato, porterebbe ad una rivoluzione veramente democratica e, sicuramente più efficace, per i cittadini, delle varie riforme elettorali o federali continuamente proposte al solo scopo di distrarci dai veri problemi del sistema.
L'importante è che se ne cominci a parlare,che l'argomento diventi popolare,che se ne parli come si parla ad esempio di federalismo o di legge elettorale;quando l'argomento avrà un buon numero di conoscitori qualche piccolo partito in cerca di notorietà (e di voti) sicuramente proverà a fare il passo (giuridico) per potersi presentare agli elettori come l'unico partito veramente democratico costringendo poco alla volta tutti gli altri a seguirlo!
Link sull'argomento
"href="http://www.dirittoestoria.it/lavori2/Contributi/Frosini-Una-legge-sui-partiti%20politici.htm">

http://www.radioradicale.it/il-partito-politico-nellordinamento-giuridico-italiano

http://www.infoegio.it/h3/h3/aIGportale/d?NRECORD=MO00-AAAADYXC%3BSEZIONE.x%3D2

http://www.nascitacostituzione.it/05appendici/04p1/04p1t4/02/01/index.htm?008.htm&2

http://www.giurdanella.it/mainf.php?id=7496

LA DISCUSSIONE DELLA COSTITUENTE SULL'ARGOMENTO PRIMA DELLA APPROVAZIONE DELLA COSTITUZIONE STESSA
(inizia la discussione il compianto ALDO MORO)

http://www.nascitacostituzione.it/05appendici/04p1/01p1t1/02/01/index.htm?001.htm&2

Definizioni per aiutare la comprensione degli articoli della Costituzione:

PERSONA GIURIDICA

E' un essere giuridico ,una finzione (che si distingue dalla PERSONA FISICA che èun normale essere umano), che ha un nome e la possibilità di avere un patrimonio e che per svolgere la sua attività ha bisogno di rappresentanti umani ;gli atti giuridici che gli esseri umani compiono è come se venissero compiuti da questo essere finto che è giuridicamente in grado di fare tutto quello che è in grado di fare un uomo eccetto sposarsi e avere figli!

Le Società per Azioni, le SRL sono esempi di persone giuridiche ma anche le Fondazioni ed tantissimi enti pubblici ad esempio Regioni ,Provincie Comuni.

ASSOCIAZIONE NON RICONOSCIUTA

Sono tutte quelle associazioni che non sono Persone Giuridiche e che quindi agiscono in nome del presidente o direttore!

Il nome è fuorviante perché non vuol dire che sono sconosciute,infatti sono regolate dal Codice Civile ma semplicemente (per dirla terra terra) che sono una via di mezzo tra le Persone Fisiche (gli esseri umani) e le Persone Giuridiche (esseri finti inventati dal diritto)

STATUTO

E' un atto che viene votato da tutti gli appartenenti della associazione e che contiene tutte le regole dell'associazione stessa. Una volta approvato deve essere rispettato da tutti gli appartenenti e può essere modificato solo con maggioranze molto alte.

ORDINAMENTO INTERNO A BASE DEMOCRATICA

Indica semplicemente che tutte le decisioni devono essere espresse con votazioni democratiche

giovedì 22 settembre 2011

LA MALAVITOLA............



Achille Conforti
La malavitola. L’altra sera Giuliano Ferrara ha riattaccato i suoi comizietti serali su Rai1 con una lode sperticata al suo padrone: “eroe popolare”, “anomalia felice della Storia”, “uomo umile e sorridente”.
Ma anche bello, elegante, slanciato. E fin qui nessuna novità: la voluttà con cui questo fenomeno da baraccone, scambiato per “molto intelligente” a destra e a sinistra, slinguazza chiunque comandi e gli passi uno stipendio è ormai leggenda. Semmai ci sarebbe da obiettare sul titolo Radio Londra, che evoca un che di scomodo, pericoloso, catacombale, come gli appelli dall’esilio del generale De Gaulle dopo l’occupazione nazista della Francia. Invece è la voce del regime che parla dal primo canale della Rai di regime sciogliendo inni al capo del regime. Ma neppure questa è una novità: sono trent’anni che noi cittadini stipendiamo questo giullare di tutte le corti: prima come consigliere comunale Pci, poi come europarlamentare Psi, poi come trombettiere garofaniero su Rai2, poi come ministro e portavoce del primo governo Banana, poi come direttore del Foglio clandestino coi sussidi della Presidenza del Consiglio, ora come primo trombone del Cavalier Patonza su Rai1.

L’altra sera il noto campione d’indipendenza raccontava agli italiani sfortunatamente capitati alla visione e all’ascolto che del suo padrone non possiamo fare a meno perchè “ha introdotto in Italia alcune cose importanti”:
1) “la possibilità di scegliere chi va a Palazzo Chigi” (forse non sa che il premier lo sceglie il capo dello Stato, non gli elettori, visto che siamo e restiamo una Repubblica parlamentare);
2) “un nuovo modo di guardare l’economia” (poche ore dopo ha provveduto Standard & Poor’s a guardare la nostra economia in un nuovo modo: declassandola);
3) “un nuovo linguaggio della politica”.
E almeno questo è vero. Un tempo, per quanto malavitosi, i politici italiani si sforzavano di parlare una lingua diversa da quella della malavita. Ora i linguaggi coincidono, e Ferrara modestamente è all’avanguardia. Commentando l’indagine di “questi ragazzotti in cerca di protagonismo” (i pm di Napoli) sul ricatto a B. di Lavitola & Tarantini ha dichiarato: “Che c’entra col ricatto il fatto che degli amici sono un po’ insistenti e alla fine ti spillano dei quattrini? Io li proteggo, embè? È un ricatto questo? No, è protezione di un amico. Io sono molto ricco e generoso, gli ho dato dei soldi.
È reato questo?”.
Provate ora a rileggere queste parole con un lieve accento siciliano, meglio se con inflessione corleonese: “Minchia, signor commerciante, scusasse se sono tanticchia insistente, ma vossia è motto ricco, c’ha i piccioli pure int’u culu e abbiamo saputo puro che c’ha delle bedde criaturi che vanno alla scola in cima alla strata, ma bisogna starci attenti a ‘sti picciriddi, quacchiduno potrebbe facci del male, e noi li vogliamo sempre in salute, infatti siamo qui a offrirci la protezione, che costa puro poco…
E me lo chiama pizzu chistu?
Ma quali pizzu, quali riato!
Chista protezione è!
Generosità è!
Ci siamo capiti, ah?
Che facciamo, ripassamo domani?”.
Basta tradurre in corleonese le ultime esternazioni del premier e dei suoi turiferari per coglierne il senso profondo. “Valter, rimani all’estero”. “Te l’avevo detto che ci intercettavano”.
“Non vado a testimoniare per non darla vinta ai pm”. “I magistrati hanno ridotto in miseria Tarantini”. “L’indagine deve passare a Roma”.
E anche la chicca di Ferrara sui pm “ragazzotti”. Viene in mente il giudice Rosario Livatino che, appena osò indagare su mafia, politica e massoneria nell’Agrigentino, fu subito insultato dal presidente Cossiga: “Possiamo continuare con questo tabù, che ogni ragazzino che ha vinto il concorso ritiene di dover esercitare l’azione penale a diritto e a rovescio, come gli pare e gli piace, senza rispondere a nessuno?”. La mafia risolse il problema ammazzando il giudice ragazzino il 21 settembre 1990.
Trentun anni a oggi.
Ferrara, commosso, l’ha voluto commemorare da par suo. (Marco Travaglio)







domenica 17 luglio 2011

2011: non solo per loro: come far viaggiare gratis anche amici e parenti.

sabato 16 luglio 2011

Come far viaggiare gratis anche amici e parenti.

C'è un agenzia di viaggio all'interno di montecitorio, alla quale tutti i deputati si rivolgono per fare qualsiasi biglietto aereo (naturalmente gratis) da e per qualsiasi destinazione italiana.
La prima volta che sono andato a fare i biglietti, il funzionario parlamentare adibito all'agenzia (7000 euro al mese) mi ha chiesto il codice millemiglia, che con accortezza il deputato-padrone mi aveva fornito.

Cosa ho scoperto: che lor signori non solo si fanno i viaggi gratis, ma con quei viaggi accumulano punti su punti che poi utilizzano per far viaggiare gratis anche mogli, amici e parenti sui voli alitalia.

L'assuefazione alla casta ci può portare qui in Italia anche a sminuire il peso di quest'atteggiamento truffaldino, ma per comprendere il valore di queste azioni, forse è il caso di ricordare lo scandalo "miglia aeree" che ha portato alle dimissioni di tre ministri in Germania, colpevoli di aver fatto quello che da decenni continuano a fare impunemente i deputati italiani:



http://archiviostorico.corriere.it/2002/agosto/01/Berlino_scandalo_miglia_aeree_dimette_co_0_0208011344.shtml



Sonia Frascatore

E noi tutti, sempre più attoniti e disgustati per queste prepotenze, non possiamo far altro che prendere atto della nostra impotenza o meglio, della nostra poca voglia di reagire.
L'Africa manda segnali importanti ma noi non ne raccogliamo ...che microscopici brandelli.
La nostra sarà pure una democrazia, ma è molto anomala. Perciò necessita urgentemente di una grande scrollata per uscire dai contorti binari nei quali da tempo è stata forzata.
E questo processo di riaggiustamento non può essere tranquillo ed indolore. Spazzar via questa odiosa e proterva casta che tiranneggia il Paese - da tutte le direzioni - non sarà facile, ma si deve fare e al più presto..

venerdì 3 giugno 2011

Se B. finisce col 'botto'

di Marco Damilano


Non bisogna illudersi che la nomina di Alfano esaurisca le strategie del premier. Nelle istituzioni si parla chiaramente di un uomo ormai capace di tutto: «Non stupitevi se tra un mese succederà qualcosa di serio...» (03 giugno 2011)... Il Grande Sconfitto è lì, a un passo, circondato da babbione e prefetti in pensione che Gianni Letta gli presenta indefessamente per evitare che si senta solo. Nei giardini del Quirinale, festa della Repubblica, Giorgio Napolitano, Re Giorgio, riceve seduto l'omaggio di alte cariche e vip, una fila interminabile di ambasciatori, giornalisti, attori, accanto a lui Silvio Berlusconi appare isolato e irrequieto. Un uomo delle istituzioni, una vita al servizio dello Stato e un'onorata carriera politica alle spalle, osserva la scena.

Conosce bene Berlusconi e non trattiene l'inquietudine: «Quell'uomo non mollerà ed è capace di tutto. Temo che nelle prossime settimane possa perfino succedere qualcosa di brutto».

Cos'è ancora in grado di fare un premier che ha perso le elezioni amministrative in casa, a Milano e ad Arcore, a Napoli e in Sardegna, e che nell'ultimo vertice internazionale, al G8 di Deauville, si è coperto di ridicolo informando Barack Obama dell'esistenza in Italia di una dittatura dei giudici di sinistra? «Non sia superficiale: quell'orrenda figuraccia in favore di telecamera non si spiega, in effetti. A meno che...».

A meno che? Il servitore dello Stato esita un istante.

E' abituato a pesare bene le parole. Passano Matteo Renzi con la moglie, il ministro Raffaele Fitto e Mariastella Gelmini con le ballerine ai piedi, Cesare Geronzi e Umberto Vattani. Il tono si abbassa ancora di più: «A meno che quella scena non serva a dire al presidente degli Stati Uniti e al mondo intero: guardate, in Italia siamo in una condizione di anomalia democratica, non vi stupite se tra un mese succederà qualcosa di serio. Uno scossone, un botto».

Sì, c'è anche questo da registrare nel crepuscolo del berlusconismo. Presagi. Pensieri oscuri. Scenari drammatici che si accavallano sui prati del Quirinale in una festa della Repubblica con pochi precedenti.

Se chiedi cosa succederà ora ai massimi esponenti di maggioranza e opposizione la risposta è la stessa: chissà. E' l'incertezza che avvolge tutti gli interpreti di questo psicodramma, paragonabile solo alla stagione '92-'93, la fine traumatica della Prima Repubblica. Il protagonista numero uno, Berlusconi. E gli antagonisti, il campo dell'opposizione che appare sorpreso più che preparato, diviso tra chi si aggrappa ai vecchi schemi tattici e chi vorrebbe cavalcare l'onda.

Per evitare che la personale e politica via Crucis di Silvio Berlusconi si trasformi in un Calvario per il Paese.

Che ancora una volta la questione privata del Cavaliere finisca per coinvolgere tutti. La prima stazione che Silvio deve affrontare è il Pdl in implosione. Il primo partito italiano è balcanizzato.

L'Imperatore vacilla, valvassori e valvassini ricontrattano le loro rendite. Gianni Alemanno vorrebbe un cambio del nome; Ignazio La Russa un congresso; Franco Frattini un direttorio; Roberto Formigoni evoca le primarie: e Giuliano Ferrara ha già pubblicato sul "Foglio" il regolamento della corsa, da tenersi il 2 ottobre, con tanto di versamento di 5 euro.

Macché, si infuria il direttore del "Giornale" Alessandro Sallusti, «il berlusconismo non si può ridurre a norme rigide e statutarie, primarie, riti pazzeschi, assemblee interminabili». «La verità è che Berlusconi non può fare nulla, è bloccato dagli ex fascisti alla La Russa: da quando ce li siamo messi in casa abbiamo perso», riassume il capo dei peones Mario Pepe.

«Ognuno difende se stesso, cambiare significa rinunciare ai privilegi», scuote la testa il sottosegretario Guido Crosetto. Il berlusconismo non più vincente si impantana negli organigrammi: Angelino Alfano al partito, Lupi o Cicchitto al governo, Claudio Scajola da recuperare, perché altrimenti l'incidente diventa inevitabile. Perfino le deputate Papi Girls, vista la mala parata, cercano nuovi protettori per tornare in Parlamento. Berlusconi, da solo, non garantisce più. La seconda stazione della via Crucis è il rapporto tra Silvio e la Lega. Pesa il passato: il ricordo del 1994, rottura e ribaltone, ha condizionato le mosse di Berlusconi e di Bossi in tutti questi anni.

E pesa anche il futuro: se si apre il dopo- Berlusconi comincia anche il dopo-Bossi e nessuno meglio del Senatur lo sa. Ma non si può più fermare il distacco tra l'uomo di Arcore e la Lega, ferita dalle amministrative.

Il 19 giugno il Carroccio si riunirà sul pratone di Pontida, alla vigilia del voto parlamentare sulla verifica di governo. In assenza di fatti nuovi il Senatur potrebbe decidersi a staccare la spina, sulla spinta della base. I colonnelli sono divisi: tra chi spinge a proseguire e chi vorrebbe ripartire dall'incontro tra Bossi e Gianfranco Fini del novembre scorso, quando si ragionò di altri, possibili inquilini di Palazzo Chigi. Giulio Tremonti. E Roberto Maroni. Ed è questa la terza tappa del Calvario berlusconiano.

Una maggioranza che non c'è più nel Paese, come ha fatto tempestivamente notare Giuseppe Pisanu, senatore del Pdl. E che rischia di non esserci più neppure in Parlamento. L'ennesima verifica parlamentare prevista per fine giugno, innescata dalla richiesta del Quirinale di un passaggio alle Camere dopo l'ingresso dei Responsabili in maggioranza, potrebbe trasformarsi nell'occasione per la resa dei conti.

Ma anche la legge sulla prescrizione breve, in arrivo al Senato, potrebbe funzionare da detonatore. Per Berlusconi è la quarta stazione. La Lega è decisa a sbarrare la strada a nuove leggi ad personam: «Basta con il Parlamento bloccato sui problemi personali del premier». No alla prescrizione breve, percorso rallentato sulla riforma della giustizia. Il ministro Alfano ha già avvertito il presidente dell'Assocazione magistrati Luca Palamara: «Tieniti in forma, saranno due anni di combattimento».
Il ring per Silvio sarà il Tribunale di Milano, dove è ripreso il processo Ruby, quinta fermata nella via Crucis berlusconiana.

Prevedibile che si diradino le apparizioni del Cavaliere in aula di giustizia. La claque di Daniela Santanchè, visto il risultato, è già tornata a casa. Tutta l'attenzione di Berlusconi è spostata altrove: al 16 giugno, giorno previsto per il verdetto d'appello sul lodo Mondadori.

Non meno di 500 milioni, si prevede, da versare alla Cir di Carlo De Benedetti (in primo grado furono stabiliti 750 milioni di euro) come risarcimento per la sentenza comprata che consegnò la Mondadori a Berlusconi. In vista della batosta il premier ha convocato un consiglio di famiglia, con i figli di primo e di secondo letto. Per discutere su quali pezzi cedere e su come ripartire la restante quota del patrimonio. E' la stazione più dolorosa, la sesta. Sono in gioco gli affetti più cari, altro che il sindaco di Milano o di Napoli.

Il core business per cui Silvio Berlusconi è entrato in politica diciassette anni fa. E dire che da ben altre operazioni economiche sarebbe atteso Berlusconi. Una manovra da 40 miliardi di euro, «tempestiva, strutturale, credibile», senza tagli lineari, come quella richiesta dal governatore Mario Draghi nelle ultime considerazioni finali del suo mandato in Banca d'Italia prima di assumere la guida della Bce. Una doppia croce, per Berlusconi.

Una nuova stangata, per di più firmata dall'odiato Tremonti, ormai in testa alla black list di Palazzo Grazioli, accusato di essere tra le cause della sconfitta. Troppo sordo alle richieste di un'immediata riforma fiscale, troppo deciso a blindare il suo operato in difesa dei conti pubblici, troppo evidente l'ambizione di guidare un governo di unità nazionale: senza Berlusconi e con l'astensione del Pd, sempre che il Pd riesca ancora a orientarsi nella Babele postelettorale.


Nell'attesa, Giulio Tremonti ignora Berlusconi e coltiva le relazioni con antichi avversari: lungo colloquio con Romano Prodi nei Giardini del Quirinale. Con una signora che alle loro spalle invano provava a farsi notare: la presidente della Confindustria Emma Marcegaglia.
Finito?
No, il peggio per il premier deve ancora arrivare: ci sono i referendum del 12 giugno sull'acqua pubblica e sul legittimo impedimento cui si è aggiunto, a sorpresa, il sì della Cassazione che ha dato il via libera al quesito sul nucleare,nonostante il tentativo del governo di evitarlo con un decreto ad hoc. Un altro brutto ceffone per Berlusconi. E ora il quorum che sembrava un miraggio diventa a portata di mano e potrebbe essere il rovescio fatale per il premier. Con la credibilità internazionale crollata al livello più basso, perfino oltre il discredito registrato due anni fa dai dispacci americani pubblicati da Wikileaks («Berlusconi è un clown che ha creato un tono disgraziatamente comico alla reputazione italiana»).
Doveva esserci il Quirinale, al termine del percorso del Berlusconi trionfante. Arrivato alla stazione finale della via Crucis, invece, per Berlusconi c'è l'amara scoperta di un Paese che non ride più alle sue barzellette, non crede più alle sue promesse, gli volta le spalle nella capitale del Nord da cui tutto era partito nel 1994. Il carisma del vincitore è svanito, il terremoto di maggio maturato nella società italiana dopo mesi di manifestazioni e di indignazione ha appena cominciato a provocare i suoi effetti.
Dove porterà, e in che modo, però, è ancora tutto da vedere.
Le scosse sono appena cominciate.

Botti a parte.

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/se-b-finisce-col-botto/2152870Di: BERLUSCONI chi è?